La mediazione profili operativi e problematiche operative

AutorMassimo Moriconi
CargoConsigliere dirigente Sezione distaccata di Ostia
Páginas339-403
Revista Eletrônica de Direito Processual – REDP. Volume XI. Periódico da Pós-
Graduação Stricto Sensu em Direito Processual da UERJ. Patrono: José Carlos Barbosa
Moreira www.redp.com.br ISSN 1982-7636
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LA MEDIAZIONE
PROFILI OPERATIVI E PROBLEMATICHE OPERATIVE
Massimo Moriconi
Consigliere dirigente Sezione distaccata di Ostia.
Tribunale di Roma. Convegno 25.11.2011
organizzato da Mediaostiensis.
Indice: 1.Premessa; 2. Fattori per il sucesso della mediazione; 3. Le controversie
soggette a mediazione; 4. La domanda (o le domande) di mediazione, la pendenza, la
competenza territoriale. La convocazione. La connessione nel procedimento di
mediazione; 5. La mediazione obbligatoria, la domanda riconvenzionale e la chiamata
di terzo. Rapporti fra la domanda di mediazione e la eventuale successiva domanda
giudiziale. Le cause connesse. La procedibilità dell’azione giudiziaria. 6. L’avvocato
mediatore e l’assistenza dell’avvocato all’esperimento di mediazione. 7. Effetti della
domanda di mediazione sulla prescrizione e sulla decadenza. 8. I provvedimenti
dell’organismo, i conflitti e la loro risoluzione. 9. Il verbale e l’accordo di cui all’art.11
decr.lgs. 28/2010; 9.1. La natura dell’accordo; 9.2. Il rapporto fra il documento-
verbale ed il documento-accordo, le questioni relative all’originale e alle copie
dell’accordo; 9.3. Il rilascio degli atti; 9.4 Mancata adesione alla mediazione da parte di
talune delle controparti, procedibilità della mediazione fra le parti aderenti e possibilità
di accordo di mediazione soltanto fra le stesse. Gli effetti dell’accordo sulle parti che
non hanno aderito al procedimento di mediazione; 9.5. La natura e la latitudine
dell’intervento del giudice dell’omologa; 9.6. Efficacia dell’accordo omologato ed
mezzi ed modi per contestarne la validità. Allegatti; 1.Mediazione delegata preliminare
immobiliare; 2. Mediazione obbligatoria trasferimento proprietà; 3. Mediazione
obbligatoria relativa all’art. 700 CPC; 4. Mediazione delgata; 5. Mediazione e processo
sommario ex art. 702 bis; 6. Mediazione in appello; 7.Sentenza non definitiva e
ordinanza di avviso mediazione per divisione; 8. Mediazione obbligatoria ex art. 615
CPC.
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1. Premessa
Fin dall’autunno del 2010 presso la Sezione distaccata di Ostia del Tribunale di
Roma si è iniziata la sperimentazione del nuovo istituto introdotto dal decr.lgs. 28/2010.
Fino al 20 marzo del 2011 data di entrata in vigore della mediazione
obbligatoria (ad eccezione delle materie del condominio e rca, per le quali l’entrata in
vigore è fissata al 20 marzo 2012), si sono registrate forti resistenze all’avvio alla
mediazione delegata da parte del giudice, di fatto subita più che percepita come un utile
mezzo di riduzione della soluzione giudiziale, sicché è solo di recente che sia la
mediazione delegata che quella obbligatoria hanno potuto essere praticate in numeri
significativi.
Per favorire tale processo il Dirigente della Sezione si è fatto carico della
selezione, fra tutte le cause che venivano via via introdotte, di quelle da avviare a
mediazione (vuoi sotto il profilo della mediazione delegata che di quella obbligatoria di
cui all’art. 5 del decr. lgs. 28/2010).
Una volta estrapolatele sono state trattenute dallo scrivente per essere trattate,
in gruppi consistenti, ad udienze esclusivamente a ciò deputate.
Può affermarsi che allo stato si assiste ad un radicale cambiamento di mentalità
da parte del Foro che si sta abituando a quella che è una ineludibile conseguenza
derivante dalla sempre maggiore ingestibilità della massa critica dei procedimenti
introdotti, dalla cronica e aggravata situazione del personale amministrativo, per la
quale non vi sono prospettive di miglioramento (anzi il contrario a causa del perdurare
del blocco del turn over), dalla presa di coscienza che si tratta di una legge dello Stato
che ormai potrà essere migliorata ma non certo abrogata, ed infine dalla prospettiva,
favorevole allo stesso Foro, di una più celere definizione delle controversie,
accompagnata dalla correlativa più veloce e ravvicinata percezione dei compensi
professionali, con liberazione di energie da dedicare ad altre ed ulteriori controversie.
2. Fattori per il successo della mediazione
Il successo della mediazione è affidato ad una serie di fattori che possono
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essere così compendiati:
a. qualità elevata degli organismi di mediazione in tutti i loro componenti
(struttura logistica appropriata a rispettare tempistiche concentrate, coordinato e
adeguato apparato di supporto tecnico-giuridico ai mediatori, elevata competenza e
professionalità di questi ultimi, consapevolezza che un consistente numero di accordi
portati a compimento costituirà elemento sintomatico a testimonianza della reale
capacità di buon funzionamento di un organismo, il che si accompagna al ripudio ed al
contrasto di un vuoto formalismo burocratico);
b. leale collaborazione degli avvocati con l’organismo ed il mediatore, con le
controparti e con il giudice;
c. piena comprensione delle potenzialità dell’istituto della mediazione ed
energico impulso alla mediazione da parte del giudice;
d. predilizione concettuale dello strumento della mediazione delegata su quello
della mediazione obbligatoria;
e. periodicità degli incontri fra Organismi, Foro e Magistratura per l’affinamento
degli strumenti di mediazione e per l’elaborazione di protocolli operativi di raccordo fra
i vari momenti e soggetti che operano nel sistema del procedimento di mediazione.
Il primo profilo impone che i soggetti ai quali è deputata la scelta
dell’organismo (in particolare quindi gli avvocati, ma non solo essi) si muovano più che
in un’ottica di appartenenza di categoria cercando di rinvenire fra gli Organismi
disponibili quelli che garantiscano il possesso dei requisiti, di cui al punto a. ricercando
sperimentando e confrontando i parametri di qualità (che sono cosa diversa dalle
indennità richieste e tabellate da ciascun organismo). Solo attraverso questo modello di
scelta si potranno incrementare nello stesso tempo la sana competizione favorevole alla
crescita della qualità degli Organismi ed il risultato che più di tutti deve essere ambito:
il successo della mediazione. Gli organismi di mediazione dal loro canto devono curare
la struttura di supporto ai mediatori, specialmente ove si tratti di organismi con
mediatori di diverse competenze. Incontri frequenti, corsi di aggiornamento, circolarità
e bilancio delle esperienze e disponibilità a prestare collaborazione e ausilio al
mediatore sono requisiti che faranno la differenza fra un buon organismo e quello che
non lo è.
Il secondo profilo è antitetico alla esiziale prospettiva che la procedura di

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