La giustizia civile e I suoi paradossi

AutorSergio Chiarloni
CargoProfessor dell´Università degli Studi di Torino, Italia
Páginas603-689
Revista Eletrônica de Direito Processual REDP. Volume XIV.
Periódico da Pós-Graduação Stricto Sensu em Direito Processual da UERJ.
Patrono: José Carlos Barbosa Moreira. www.redp.com.br ISSN 1982-7636
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LA GIUSTIZIA CIVILE E I SUOI PARADOSSI
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Sergio Chiarloni
Professor dell´Università degli Studi di Torino, Italia.
1-.L'accesso alla giustizia: un problema irrisolto 2.-La
decadenza della giustizia civile a cognizione piena. 3.-L'evoluzione delle
discipline processuali. 4.-Il paradosso della giustizia civile: la progressiva
involuzione del servizio in corrispondenza alla modernizzazione delle
discipline processuali. 4.1-La forte diminuzione del contenzioso di primo
grado. 4.2.-Il forte aumento dei ricorsi in cassazione. 4.3-Il fortissimo
aumento delle durate. 4.4.-La scarsa produzione di sentenze sul merito
della lite. 4.5.-L'inefficienza della tutela esecutiva. 5.-Una prima
spiegazione "esterna" e in negativo del paradosso della giustizia civile.
6.-Le singole spiegazioni "interne". 6.1.-Aumento delle durate e costanza
nel tempo del differenziale tra procedimenti sopravvenuti e procedimenti
esauriti. 6.2.-La diminuzione del contenzioso, con particolare riguardo
alla fuga dalla giurisdizione determinata dal diffondersi di forme di
"autotutela esecutiva". 6.3-La scarsa produzione di sentenze di merito
come effetto indotto della propensione a transigere. 6.4-La funzione di
misura coercitiva per l'adempimento spontaneo dilazionato assegnabile
all'esecuzione forzata e la sua inefficienza come effetto della difficoltà di
individuare i beni mobili da sottoporre a pignoramento nonché degli
impacci burocratico-amministrativi che attanagliano l'esecuzione
immobiliare. 7.-Irrazionalità complessiva nell'amministrazione della
giustizia civile? 8.-Il procedimento per decreto ingiuntivo ovvero la
tutela immediata dei crediti pecuniari di massa. 9.- Il procedimento per
convalida di sfratto, ovvero la tutela rapida dei diritti dei proprietari
immobiliari. 10.- I provvedimenti d'urgenza, ovvero una norma di
chiusura per l'anticipazione della tutela giurisdizionale. 11.-L'arbitrato
1Da annali della Storia d’Italia EINAUDI 14, Torino, 1998.
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come forma di giustizia privata per i beati possidentes. 12.-Nodi di
funzionalità anche nella attuale situazione del processo ordinario? 12.1.-
Processo ordinario e tipologia dei convenuti portati a resistere anche nei
clear cases: il contenzioso di responsabilità civile contro le compagnie di
assicurazione. 12.2.-Dramatis personae sulla scena del processo
ordinario: a) i difensori. 12.3.-Dramatis personae sulla scena del processo
ordinario b): i giudici. 13.-Prospettive di cambiamento. 13.1.-Gli
interventi sulle strutture processuali. 13.2-Gli interventi nel mondo degli
operatori. 13.2.1-La preliminare necessità di porre rimedio all'attuale
frattura tra ordine giudiziario e professione forense. 13.2.1.1-
L'opportunità di una formazione comune per avvocati e magistrati.
13.2.1.2 L'opportunità di istituire un canale di passaggio tra avvocatura e
magistratura. 13.2.2-La necessità di una rivoluzione culturale nel mondo
degli avvocati e di una radicale riforma delle norme processuali che
prevedono l'obbligo della difesa tecnica. 13.2.3.-Una pluralità di
interventi sull'ordinamento giudiziario. 13.2.3.1-L'abolizione degli
automatismi di carriera e l'introduzione di indici e incentivi sulla
produttività del lavoro. 13.2.3.2-La ristrutturazione delle circoscrizioni e
l'introduzione del giudice unico in primo grado. 13.2.3.3-La creazione di
giurisdizioni speciali per una serie di materie civili. 13.2.3.4-
L'introduzione di filtri per l'accesso alla corte di cassazione. 14.-La
diffusione di mezzi alternativi per la risoluzione delle controversie.
1-. L'accesso alla giustizia: un problema irrisolto.
L'Italia è un Paese dove sono particolarmente acute le contraddizioni tra il diritto
scritto nei libri, a cominciare dalla Carta fondamentale, e il diritto che vive nella società
civile, nonché nei rapporti tra i cittadini e le diverse articolazioni del potere. L'art. 24 della
Costituzione stabilisce nei suoi primi tre commi che "tutti possono agire in giudizio per la
tutela dei propri diritti e interessi legittimi. La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e
grado del procedimento. Sono assicurati ai non abbienti, con appositi istituti, i mezzi per
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agire e difendersi davanti ad ogni giurisdizione".
Alle declamazioni di principio fa riscontro una situazione molto differente nella
realtà. Tanto per cominciare, non esistono strumenti indirizzati a facilitare l'accesso alla
tutela giurisdizionale, quando sia difficoltoso per ragioni sociali o economiche. I progetti
pilota per l'informazione giuridica recentemente attivati in materia di protezione del
consumatore su finanziamenti della Commissione europea non cambiano il quadro. È
prematuro valutare i risultati, ma sembra comunque chiaro che si tratta di aspetti
assolutamente secondari dal punto di vista dell'interesse generale, anche se molto alla
moda nella letteratura e per organizzare convegni.
Per ora, non esiste in Italia nulla di simile a quanto realizzato in altri Paesi della
Comunità europea. Si pensi all'assistenza nell'informazione giuridica introdotta in Francia
con la legge 10 luglio 1991, che si concretizza non solo nel fornire informazioni su diritti e
obblighi, ma anche nel consigliare i mezzi per far valere le proprie ragioni e nell’assistenza
per la stesura di determinati atti processuali. E si pensi altresì agli interventi del Lord
Chancellor's Department in Inghilterra tramite la predisposizione di appositi formulari ed
opuscoli informativi redatti nel più semplice linguaggio giuridico, così da consentire ai
cittadini la rappresentanza personale, soprattutto nei cosiddetti small claims.
Quanto si fa nel nostro Paese, nell'inerzia del Parlamento e del potere esecutivo,
nasce dall'impegno di alcuni circoli di qualità che si vanno creando all'interno della
magistratura. Ad esempio, presso il Tribunale di Torino è stata recentemente attivata una
struttura per l'informazione e l'assistenza giuridica ai coniugi che intendono
consensualmente separarsi o divorziare. Viene così reso effettivo il diritto alla autodifesa
per questo tipo di cause. A differenza di quanto accade altrove, a Torino circa il 25 per
cento delle separazioni consensuali sono omologate senza l'intermediazione dei legali
(sovente quasi inutile, oltre che molto costosa).
In generale, la situazione è assai carente. A parere di chi scrive, la cosa dipende
dalla consapevolezza dei ceti dominanti che "sapere è potere". Non si vuole, divulgando il
sapere, diffondere il "potere" di comporre autonomamente in via amichevole le
controversie e di accedere in modo facile ed economico alla tutela giurisdizionale, anche
per il timore di scalfire i privilegi corporativi degli avvocati, che - come avremo occasione
di vedere - costituiscono una lobby molto potente.

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